Analizziamo i 4 Principali Componenti dei Funghi Magici
Pubblicato : November 12, 2018
Sapresti elencare i quattro componenti più importanti dei funghi magici? Non ti giudicheremo se non ne fossi capace. La ricerca sui funghi allucinogeni è purtroppo molto limitata. Tuttavia, è essenziale acquisire una conoscenza di base sugli affascinanti composti contenuti nei funghi magici.
La maggior parte degli psiconauti dilettanti ha una certa familiarità con la psilocibina, il principale principio psicoattivo contenuto nei funghi magici. Presa a dosi elevate e con fini ricreativi dai più esperti surfisti del cosmo ed assunta sotto forma di microdosi dai più innovativi imprenditori della Silicon Valley, psilocibina è una parola ricorrente sulla bocca di tutti. Ma quali sono i suoi effetti?
Ebbene, per comprendere fino in fondo questa molecola bisogna anche conoscere gli altri composti chimici contenuti nei funghi allucinogeni, che influenzano i leggendari effetti della psilocibina. Esistono quattro componenti principali all'interno di un fungo magico: psilocibina (4-fosforilossi-N, N-dimetiltriptamina), psilocina (4-idrossi-N, N-dimetiltriptamina), baeocistina (4-fosforilossi-N-metiltriptamina) e norbaeocistina (4-fosforilossitriptamina).
Chi non ha mai amato la chimica potrebbe guardare questi termini con una certa ansia, ma ciò che più importa è capire che i versatili effetti dei funghi magici sono essenzialmente dovuti all'interazione tra queste diverse sostanze chimiche.
Diamo un'occhiata più approfondita ad ognuno di questi componenti e alla loro influenza sull'esperienza indotta dai funghi allucinogeni.
PSILOCIBINA
Non c'è da sorprendersi se la psilocibina è il composto più famoso tra quelli presenti nei funghi magici. Contenuta in oltre 200 specie diverse, di cui oltre 100 appartengono al genere Psilocybe, la psilocibina è la prova inequivocabile che quel particolare fungo provocherà effetti psicoattivi.
Sebbene la psilocibina sia il principio attivo ingerito con i funghi, il vero responsabile degli effetti allucinogeni di questi organismi è un altro composto: la psilocina. D'altronde, la psilocibina rientra tra quei composti conosciuti come profarmaci, ovvero una sostanza che, una volta ingerita, viene immediatamente metabolizzata in un altro composto attivo (che in questo caso è la psilocina). Una volta trasformata, la psilocina interagisce con i recettori della serotonina nel cervello (di cui parleremo più avanti).
Il famoso chimico svizzero e figura leggendaria per gli psiconauti di tutto il mondo, Albert Hofmann (il padre dell'LSD), sintetizzò per la prima volta la psilocibina (e di conseguenza la psilocina) da un fungo di Psilocybe mexicana nel 1958. Questa scoperta fu successivamente registrata come brevetto nel 1963. Purtroppo, da allora le ricerche in questo campo furono drammaticamente ridotte. Solo in questi ultimi anni alcuni dei più importanti mezzi di comunicazione hanno riportato alla luce i potenziali benefici della psilocibina per la nostra salute, come aiutare i malati terminali ad affrontare la morte con maggiore tranquillità ed alleviare i sintomi della depressione negli alcolisti.
Nonostante queste potenziali applicazioni, lo status giuridico della psilocibina rientra ancora nella categoria "Schedule I" delle droghe pericolose, il che la rende una sostanza illecita. È per questo che solo un numero ridottissimo di studi ha ricevuto assistenza legale o finanziaria.
PSILOCINA
Forse non così lodata come la psilocibina, ma altrettanto importante, troviamo la psilocina. Questo composto è presente sia nei funghi freschi che in quelli secchi, sebbene in concentrazioni molto più ridotte. La psilocina è abbastanza instabile e, in presenza di ossigeno, forma lividi blu e neri.
La psilocina viene più comunemente prodotta attraverso il processo di defosforilazione, che comporta la rimozione di un gruppo fosfato. Per i consumatori di funghi allucinogeni, questo significa fondamentalmente che la psilocina diventa attiva una volta che il corpo metabolizza la psilocibina. A questo punto, la psilocina può agire come agonista (o agonista parziale) sui recettori della serotonina 5-HT2A, 5-HT2C e 5-HT1A.
Questo processo evolve in ciò che le persone sperimentano sotto forma di viaggio psichedelico. Sebbene vi siano numerose somiglianze tra gli effetti che le diverse persone sperimentano durante un trip, come ad esempio euforia, aumento della frequenza cardiaca e sinestesia, la psilocina agisce in modo tale da colpire ognuno di noi in modo diverso. Ogni cosa, dal livello di tolleranza al "set and setting", può influenzare profondamente l'esperienza finale. Esistono infatti variabili sia fisiche sia mentali che possono facilmente interferire sugli effetti finali.
BAEOCISTINA
Se conoscevate già la baeocistina, complimenti! Siete sulla buona strada per entrare a far parte dell'élite dei più saggi psiconauti. La baeocistina ha una struttura molecolare analoga a quella della psilocibina, da cui differisce solo per un gruppo metilico. Di conseguenza, si crede che possa indurre un'esperienza psicoattiva molto simile a quella della psilocina. Ciò è stato confermato solo in modo aneddotico nel libro di Jochen Gartz "Magic Mushrooms Around the World", in cui cita come una dose di 10mg di baeocistina produca effetti paragonabili a quelli di una quantità simile di psilocina.
Sintetizzata nel 1968 da un fungo di Psilocybe baeocystis dagli scienziati Leung e Paul, la ricerca sulla baeocistina è ancora piuttosto scarsa. Sebbene abbia una struttura chimica molto simile alla psilocina, quella sua piccola differenza potrebbe avere un forte impatto sui meccanismi con cui viene metabolizzata dal nostro organismo, influenzando gli effetti generali su corpo e mente.
NORBAEOCISTINA
Come la baeocistina, la norbaeocistina è un composto ancora poco studiato che si trova in quantità minime in un'ampia varietà di funghi allucinogeni. Questo alcaloide triptaminico è un derivato della baeocistina, a sua volta derivato dalla psilocibina. È molto difficile determinare l'esatto meccanismo con cui la norbaeocistina viene metabolizzata dopo aver ingerito i funghi magici. Durante la fine degli anni '60, inizio anni '70, le restrizioni sugli studi scientifici dei principali componenti delle droghe e dei loro derivati non fecero altro che arrestare la ricerca sui funghi allucinogeni.
A prescindere dal fatto che le ricerche sulla norbaeocistina siano quasi nulle, risulta piuttosto frustrante vederla classificata come una sostanza "Schedule I", il che la rende una sostanza difficile da ottenere e studiare.
PERCHÉ NON ABBIAMO ALTRE INFORMAZIONI?
Possiamo quantomeno affermare che tutte e quattro queste componenti sono essenziali per produrre quello che conosciamo come viaggio psichedelico. Sebbene alcune persone possano ancora ignorare l'importanza di queste molecole diverse da psilocibina e psilocina, scienziati e pazienti di pertinenza medica stanno aspettando che le porte della ricerca si riaprano. Gli scienziati sono ovviamente desiderosi di sapere in che modo l'interazione tra i derivati della psilocibina possa influire su determinate specie di fungo allucinogeno e sui loro effetti in generale.
Una volta che avremo maggiori informazioni sulle funzioni di ciascuna di queste molecole, potremo finalmente iniziare a considerare la loro applicazione nel mondo della medicina. Inoltre, ciò semplificherà il processo decisionale per conoscere le esatte concentrazioni delle varie sostanze contenute in un campione, e ciò vale anche per gli psiconauti ricreativi. In questo modo gli effetti saranno più facili da valutare e registrare obiettivamente.
Ci sembra inoltre doveroso ricordare che i funghi magici sono stati classificati nel 2017 dal Global Drug Survey come la droga ricreativa più sicura. Inoltre, la psilocibina non crea dipendenza o crisi d'astinenza. È ormai solo una questione di tempo prima che vengano diffuse nuove informazioni su tutti e quattro questi componenti.