Tutti Prendono Droghe, Allora Cerchiamo di Cambiare
Pubblicato :
January 15, 2018
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Stile Di Vita
Tutti prendono droghe di qualche tipo, ed è giunto il tempo che leggi e opinione pubblica cambino e si adattino. Il proibizionismo è una risposta antiquata al consumo di droghe, che rende criminali delle persone normali, mente consente a dei professionisti del crimine di prosperare. La società sta soffrendo.
Praticamente tutti prendono droghe di qualche tipo. Quella scossa di caffeina al mattino o una camomilla sedativa prima di andare a letto, l'occasionale pastiglietta prima di un concerto o un tiro di canna per rilassarsi. L'uso di droghe è tanto comune fra i più privilegiati come fra coloro che lo sono meno; è anzi perfino più comune fra persone ricche, con studi universitari, e una vita realizzata. La maggioranza prende droghe di qualche tipo, e per la maggioranza, di solito, questo non costituisce un problema.
Le decisioni dei governi, che rendono legale una sostanza e proibita un'altra, sembrano a dir poco arbitrarie. Delle leggi crudeli trasformano in criminali dei cittadini altrimenti onesti, condannandoli per la loro scelta ricreativa. Etichette come “tossico” o “drogato” vengono appiccicate a persone altrimenti normali, e ciò a causa di fuorvianti leggi proibizioniste.
Quando si tratta di droghe, le leggi sembrano fatte per perseguitare le minoranze, e spesso incarnano un razzismo appena dissimulato, o una discriminazione di classe. Delle leggi inique sulle droghe servono solo a riempire le tasche di loschi affaristi (business delle prigioni e delle droghe farmaceutiche), ed a incrementare le entrate per i governi (multe e sequestri di proprietà).
Applicare delle pene criminali per possesso di droghe, a persone altrimenti inoffensive, provoca più male che bene. Stigmatizza le persone che fanno uso di droghe, e genera barriere che allontanano dai trattamenti, dalla riabilitazione, e da una onesta comunicazione con le persone che possono fare qualcosa. Gran parte dei governi del mondo hanno tuttora bisogno di rivedere le loro politiche sulle droghe, e devono rispondere razionalmente alle prove e alle statistiche, alle proteste degli esperti di droghe ed a quelle evitabili morti in correlazione con le droghe.
PROBLEMI E SOLUZIONI: CRIMINALIZZARE LE DROGHE FA PIÙ MALE CHE BENE
I governi attuali dipingono l'immagine di una società in bilico sull'orlo della depravazione, e la legalizzazione delle droghe come la spinta finale che segnerebbe la nostra condanna. Purtroppo, quest'approccio è irrimediabilmente fuori dal mondo (e doppiamente ipocrita), poiché le droghe fanno parte della realtà della vita.
La posizione più moderna e scientifica considera gran parte delle attuali politiche sulle droghe come eticamente scorrette, per una serie di ragioni. In questo preciso momento, il crimine organizzato sta ricavando dal traffico di droga profitti favolosi, e corrompendo quello stesso sistema sociale su cui ci basiamo per “funzionare” in maniera corretta.
È interesse del mercato nero che certe droghe rimangano illegali, poiché se venissero regolamentate, perderebbe il suo giro d'affari.
Questa corruzione si estende anche al nucleo della parte legale del settore. Le case farmaceutiche spendono molti quattrini per fare pressioni contro la legalizzazione e la ricerca su certe droghe. Basta vedere la legalizzazione della cannabis negli USA, dove le grandi aziende farmaceutiche finanziano campagne anti-cannabis. Perché? Ma perché, ripetiamo, se certe droghe venissero legalizzate, queste aziende perderebbero una parte del loro mercato: la cannabis, là dove è legalizzata, sta rimpiazzando gli oppiacei da prescrizione.
UN FUTURO PIÙ LUMINOSO?
Un approccio “sano” nei confronti delle droghe apporta alla società numerosi benefici a lungo termine. La standardizzazione dei dosaggi comporta minori rischi di overdose, e minor volume di stress per un sistema ospedaliero già sovraccarico. La polizia e il sistema giudiziario verrebbero lasciati più liberi di combattere il crimine, quello vero.
Il denaro coinvolto nel traffico potrebbe venir tassato in maniera regolare ed impiegato a vantaggio di tutti, invece che sparire nel mercato nero. Con le droghe legali potremmo vedere quel denaro convogliato in programmi per le scuole e per la riqualificazione ambientale – proprio come sta accadendo in Colorado.
La legalizzazione può “destigmatizzare” coloro che scelgono di fare uso di droghe. La società diventerà più sana se l'attenzione verrà posta sull'educazione invece che sulla proibizione. L'uso di droghe può essere reso molto più etico, con la promozione di una sana consapevolezza, e della responsabilità individuale. Ciò di cui abbiamo bisogno è un'informazione sui piaceri e sul divertimento, insieme a quella sui pericoli e i potenziali abusi o cattivi usi.
Il consumo di droghe cresce di anno in anno. E purtroppo, lo stesso vale per gli arresti. Il risultato è che sono i più poveri e le minoranze ad uscirne perdenti. Appare davvero ingiusto che coloro che hanno i mezzi per difendersi legalmente possano consumare droghe e rimanere indenni. Forzando il consumo di droghe a restare nell'ombra, si espone a maggiori rischi la parte più svantaggiata della società. Le droghe da strada sono sfacciatamente sovrapprezzo e di qualità dubbia, e le cure sanitarie sono inesistenti. Non appare come uno spreco di risorse arrestare, processare, ed imprigionare, un vagabondo tossicodipendente?
L'inchiesta globale sulle droghe del 2016 ha compilato un elenco delle 10 droghe più diffuse al mondo. Dall'uno al dieci, erano: cannabis, MDMA (ecstasy), cocaina, anfetamine, LSD (acido), funghetti magici, farmaci oppiacei (prescritti e non prescritti), protossido di azoto, ketamina, e popper. Legalizzare queste droghe ostacola il crimine organizzato, genera sbalorditivi introiti fiscali, ed aiuta a combattere le dipendenze. Tanto per fare un esempio, una persona non avrebbe la possibilità di acquistare quantità di cocaina tali da alimentare una dipendenza.
Ci sono centinaia di milioni di persone che vorrebbero essere perfettamente oneste riguardo al loro consumo di droghe. Il proibizionismo ha distorto la percezione pubblica delle droghe, facendone un qualcosa che si dovrebbe tenere nascosto; e così si impediscono conversazioni oneste con le persone che contano, almeno fino a che dei pregiudizi stabiliti da lungo tempo continuano ad oscurare le loro opinioni. Potrebbe essere una buona cosa, proprio ora, ammettere pubblicamente di fare uso di droghe. Ma solo se fate parte di una ristretta élite di persone che vengono percepite positivamente.
Ciò non significa che le droghe dovrebbero essere vendute al supermercato o al negozio sotto casa. Si dovrebbe pensare a dei luoghi idonei per l'acquisto ed il consumo.
Bisogna capire che il consumo di droghe è tanto vario quanto diffuso. Perciò è tempo di operare un cambio. Politiche e approcci sono completamente fuori dalla realtà, perfino con qualcosa di tanto inoffensivo, e non generatore di dipendenza, come la cannabis. Il numero di arresti per reati legati alla cannabis è sproporzionato (75%); questo quando basterebbe guardare a ciò che accade in Colorado, negli USA.
La legalizzazione della droga più popolare al mondo ha generato una manna fiscale che sta riformando la società per il meglio. Nel 2016 più di 200 milioni di dollari sono stati spesi per programmi sanitari nelle scuole pubbliche, alloggi per la popolazione a rischio, e programmi di trattamento per combattere la “crisi degli oppiacei”.
Una cosa è certa, il modello attuale delle politiche sulle droghe non sta funzionando. Sta alimentando una cultura che consente al mercato nero di prosperare, riempie le prigioni di trasgressori non violenti, e rovina vite. C'è bisogno di cambiare il paradigma, dall'accento sulla repressione a quello sulla salute pubblica. Solo allora la nostra società potrà davvero affrontare il suo problema con le droghe.